...alla ricerca di quello che chiamiamo “l’Aborigeno che è in noi”, facciamo un viaggio nella regione selvaggia dell’Australia, dove una serie di incontri “non casuali” con il popolo aborigeno ci apre una nuova visione: La saggezza di un popolo antico;
dove il linguaggio non serve a spiegare, ma a creare ed incantare non possiedono una scrittura e di conseguenza le loro leggende, i poemi vengono trasmessi per via orale;
dove ci fanno conoscere le misteriose figure che fin dalla notte dei tempi ornano le pareti di grotte sacre sparse in tutto il continente; dove il loro universo è composto da animali totem, pesci che un tempo erano uomini, tamburi che non possono più suonare perché l’invasione dei bianchi ha distrutto la cultura di cui erano simbolo.
Ci sembra che gli aborigeni non abbiano preoccupazioni e non guardino il futuro con qualcosa di simile all’ansia che assale invece noi. Danno l’impressione di esistere in uno spazio vuoto privo di tempo, interessandosi solo della sopravvivenza e della pratica rituale delle loro credenze. Hanno vissuto in sintonia per millenni con il pianeta. Hanno avuto un dialogo continuo con la Natura. Comprendere ciò che gli aborigeni pensano del loro mondo richiede una notevole apertura da parte nostra…
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